Nasce a Bologna il 19 agosto del 1893 da Giulio ed Emma Boversi. Studia al conservatorio della sua città diplomandosi in composizione nel 1920 sotto la guida di F. Alfano. L’attività creativa del M. si indirizza dapprima verso i generi tipici della musica colta: cameristica, sinfonica, vocale e, soprattutto, operistica.
Tra i lavori del periodo è opportuno citare La fola delle tre ochette (Bologna, teatro del Corso, 1928) e La mosca mora (ibid., 1930), due fiabe musicali su libretti in dialetto bolognese di commediografi vernacolari quali A. Testoni (l’autore del Cardinale Lambertini) e G. Gherardi, nonché le pagine sinfoniche Contrasti (1927), Il gioco del cucù (1928) per orchestra d’archi con pianoforte solista, e Ora di vespro (1930). La produzione di questi anni comprende anche diversi brani pianistici (ne sono esempio la Sonatina a due voci, l’Omaggio a Schumann, Avanese, Valzer, Dediche, un gruppo di brevi pagine didattiche), una serie di Canti popolari emiliani trascritti per voce e pianoforte (1929) e un trio con pianoforte (1933). Molti dei lavori indicati trovano spazio presso editori importanti quali Ricordi, Bongiovanni e Pizzi.
Intorno alla metà degli anni Trenta Masetti concentra il suo interesse sulla musica applicata al cinema esordendo nel 1936 con Cavalleria, film di G. Alessandrini per il quale cura la colonna sonora. Da allora l’attrazione per il cinema lo induce a dedicarsi sistematicamente alla musica da film, e non solo in qualità di compositore. Egli giunge a considerarla vera e propria disciplina, con le sue regole e i suoi trucchi del mestiere. Masetti infatti fu tra i primi a insegnarla sia al conservatorio di Roma (presso cui fu attivato un «corso speciale» che egli tenne dal 1943 al 1960) sia al Centro sperimentale di cinematografia (dal 1942 sino al 1960), contribuendo a insegnare le basi del mestiere alle nuove generazioni di musicisti per il cinema: tra gli allievi in seguito distintisi si può rammentare, per esempio, Mario Nascimbene.
L’approccio di Masetti alla colonna sonora è stato comunque eminentemente pratico ed empirico, lontano da costrutti teoretici troppo arditi o ideologici e per questo «le sue partiture risolvono ogni volta problemi diversi e abbracciano tutte le esperienze: particolarmente felice nella definizione delle atmosfere, ha sempre rifuggito dalle approssimazioni e dalle oscurità, e attraverso la ricchezza tecnica delle soluzioni e la brillante strumentazione ha perseguito la chiarificazione dei luoghi drammatici, sempre anteponendo a ogni preoccupazione la funzionalità» (Comuzio, p. 359). Sensibile alle ragioni di una cantabilità dichiaratamente italiana e non troppo distante da posizioni che potremmo qualificare come respighiane, Masetti è, forse per questo, tra i compositori più attivi nel cinema del dopoguerra. Attento alle volontà dei registi, malleabile e concreto, pronto a cogliere le diverse sollecitazioni suggerite dalle sceneggiature, rimane pur tuttavia sempre legato alla sua raffinata formazione, e raramente le sue partiture riescono banali. Laddove possibile, tenta con prudenza qualche nuova strada: uno sperimentalismo cauto, con saltuarie asperità armoniche o ritmiche che, d’altronde, si riflettono con altrettanta se non maggiore pregnanza nei lavori operistici, sinfonici e cameristici. Le basi tematiche su cui si fonda il suo modo di affrontare la composizione di musica da film non presentano tanto sviluppi orizzontali quanto piuttosto variazioni e tramutazioni verticali, ossia timbriche, armoniche o ritmiche.
Delle circa sessanta colonne sonore che Masetti ha composto può essere utile riportare le più significative, partendo da La fossa degli angeli (1937) di C.L. Bragaglia, in cui vengono anticipate interessanti soluzioni tecniche con il missaggio in un’unica colonna del commento sinfonico e dell’esecuzione di un’orchestra da ballo. Negli anni Quaranta è stato tra i compositori di musica da film più richiesti, arrivando a firmare anche sei lavori in un anno. Relativi a quel periodo, possiamo indicare Piccolo mondo antico (1941) di M. Soldati (il commento sonoro prevede innesti di canti risorgimentali sfruttati con gusto drammatico e una citazione da La pietra del paragone di G. Rossini), Nozze di sangue (1941) di Alessandrini, Fari nella nebbia (1942) di G. Franciolini, Gelosia (1942) e Le sorelle Materassi (1943) di F.M. Poggioli, Enrico IV (1943) di G. Pastina. Al dopoguerra appartengono le collaborazioni con P. Germi (Il testimone, 1945), V. De Sica (La porta del cielo, 1945), G. Amato (Malia, 1946), A. Blasetti (Un giorno nella vita, 1946, Fabiola, 1949; ma per Blasetti Masetti aveva già firmato le colonne sonore di alcuni documentari) e L. Zampa (L’onorevole Angelina, 1947). Da menzionare ancora sono Vulcano (1949), film italiano di W. Dieterle (contenente un’interessante pagina sinfonica a commento della sequenza della pesca del tonno), Vespro siciliano (1949) di Pastina, Il lupo della Sila (1949) di D. Coletti, Il brigante Musolino (1950) di M. Camerini (con una corposa documentazione sonora folclorica), Camicie rosse (1952) di Alessandrini, Sensualità (1952) di C. Fracassi, Processo alla città (1952) e La romana (1954) di Zampa.
Vincitore di un premio alla Mostra del cinema di Venezia del 1941 per Nozze di sangue, e nel 1946 del primo Nastro d’argento per la musica (con la partitura per Malia), Masetti si ritira poco dopo aver composto le enfatiche, lussureggianti colonne sonore per Le fatiche di Ercole (1958) ed Ercole e la regina di Lidia (1959) di P. Francisci, film appartenenti al filone mitologico allora in voga.
Al di là della qualità delle due pellicole, tali lavori del M. destano una certa attenzione fra i compositori di musica da film d’Oltreoceano, che a essi si ispirarono in più di una occasione.
Nonostante i numerosi impegni cinematografici, Masetti non abbandona mai del tutto la composizione di musica cameristica o da concerto: tra gli esiti più interessanti, successivi agli anni Trenta, sono da ricordare Idillio e ditirambo per orchestra (l’Idillio fu eseguito l’8 sett. 1938 a Venezia nell’ambito del Festival internazionale di musica contemporanea), le Leggende italiche per violino e orchestra (1941), Notturno e vendemmiale per orchestra (1947), il poema corale Carnasciale e Miserere e il lavoro teatrale su testo di G. Gherardi La bella non può dormire (1957), che consta di sei quadri per altrettante storie d’amore del Cinquecento tratte da canti epici italiani. Al suo attivo anche musiche di scena e commenti musicali per radiodrammi.
Muore a Roma l’11 febbraio del 1961.
Colonne sonore
1959
Ercole e la regina di Lidia
1958
Le fatiche di Ercole
Il pittore del sogno
Sorella acqua
1956
Le schiave di Cartagine
Carica eroica
1955
Dove Dio cerca casa
Quando il Po è dolce
1954
Attila
La romana
Sette metri d'asfalto
Guida per camminare all'ombra
Processo alla città
1953
La voce del silenzio
Sensualità
1952
Camicie rosse
1951
L'ultimo incontro
Il caimano del Piave
1950
Il brigante Musolino
Cuori sul mare
Gli inesorabili
Vulcano
Romanticismo
1949
Il bacio di una morta
Il lupo della Sila
Fabiola
Vespro siciliano
L'ebreo errante
1948
Arabian Bazaar
Guerra alla guerra
Cuore
1947
La gemma orientale dei papi
L'onorevole Angelina
Il Passatore
Il duomo di Milano
1946
Fatalità
Teheran
Malìa
L'adultera
Un giorno nella vita
Il testimone
1944
La porta del cielo
Sorelle Materassi
Il cappello da prete
1943
Addio, amore!
Enrico IV
La primadonna
Gente dell'aria
1942
Gelosia
La Gorgona
Le vie del cuore
Giungla
1941
Nozze di sangue
Fari nella nebbia
Piccolo mondo antico
Edizione straordinaria
La fontana di Trevi
1940
Cento lettere d'amore
Addio, giovinezza!
Gli uomini della pesca
1938
La caccia alla volpe nella campagna Romana
1937
La fossa degli angeli
Cavalleria